Lo psicologo a fianco dei docenti nelle scuole. Ecco i risultati

di Simone Pesci

Quando si uniscono le forze e si lavora con tanta dedizione può capitare che un progetto diventi “senza falsa modestia un fiore all’occhiello a livello regionale”. Quello a cui fa riferimentoMassimo Maisto è ‘Punto di vista: l’operatore a scuola’, un progetto – dal costo di 115mila euro – che ha unito le energie di Servizio Giovani, Promeco, Osservatorio Adolescenti, Azienda Ausl nei tre distretti socio-sanitari e la cooperativa Piccolo Principe.

In sostanza è stata garantita la presenza settimanale di un operatore – psicologo o educatore – che affianca i docenti nei percorsi educativi delle classi; interviene in situazioni problematiche specifiche; offre attività strutturate di consulenza a studenti, insegnanti, genitori facendo da tramite, qualora fosse necessario con i servizi territoriali specialistici.

Il piano è stato attuato nell’anno scolastico 2017-2018 e, per quanto riguarda esclusivamente il distretto Centro-Nord, ha interessato circa 9000 studenti delle scuole di primo e secondo grado con una copertura pari al 77%. Circa 2000, invece, sono le ore che gli operatori di Promeco hanno passato all’interno degli istituti per parlare con i ragazzi, al fine di capirne le esigenze, sostenerli nei momenti di potenziale difficoltà e per accompagnarli fuori dai piccoli o grandi problemi adolescenziali.

Il lavoro ha previsto delle consulenze sia di gruppo che individuali, anche nei confronti delle famiglie e degli insegnanti, perchè come spiega Sabina Tassinari (Promeco) è emerso che bisogna lavorare molto anche “sulle relazioni fra gli adolescenti e gli adulti di riferimento”.

Gli adolescenti sono sotto la lente d’ingrandimento, a maggior ragione nel distretto Centro-Nord, dove la fascia di popolazione compresa fra i 13 e i 19 anni è appena il 4.8%, rispetto al 5.1% del Sud-Est e al 5.7% dell’Ovest. “I giovani sono un bene preziosissimo della società moderna, nel nostro distretto ancora di più perchè l’indice di vecchiaia è altissimo non tanto per il numero di anziani, ma per la mancanza di giovani” puntualizza Renato Cardelli, direttore del distretto Centro-Nord dell’Ausl. Come azienda sanitaria, scopo principale è, quindi, anche quello di cercare di stoppare sul nascere potenziali stili di vita negativi e promuovere quelli corretti: “Questo importante programma rientra nel più ampio piano regionale della prevenzione” rivela Sandro Guerra, direttore del Dipartimento cure primarie dell’Ausl

Punto di Vista offre sia una consulenza di gruppo che individuale. Nel primo caso – in collaborazione con insegnanti e allievi ‘anziani’ nel ruolo di tutor – particolare attenzione viene riservata alle classi prime per prevenire situazioni di disagio relazionale, esclusione e prevaricazione. Interventi mirati sono dedicati a temi quali affettività, alimentazione, comportamenti a rischio. Altrettanto importante il lavoro dedicato alla formazione dei docenti e dei genitori per attivare spazi di confronto che facilitino la gestione di eventuali conflitti indotti dalla socializzazione individuando spazi entro i quali confrontare i rispettivi stili educativi. A sua volta la consulenza individuale offerta da Punto di Vista è rivolta a insegnanti (135), genitori (105) e allievi (241) che, specialmente nel ciclo delle secondarie di II grado, dimostrano maggiore necessità di interlocuzione con l’operatore.

Per gli adolescenti risulta evidente l’importanza riservata ai rapporti interpersonali: un ragazzo su tre (32.9%) chiede aiuto su questo tema mentre minori ma comunque rilevanti le richieste d’aiuto dedicate al rendimento scolastico (19.5%) e al rapporto con i genitori (15.4%). Da non sottovalutare, specialmente se vista nell’ottica dell’abbandono scolastico, la percentuale di quanti (12.7%) si pongono il problema della demotivazione allo studio.

Se i ragazzi hanno come priorità la relazione interpersonale risultano evidenti quanto sia difficile per i genitori trovare un linguaggio comune con i figli (41.3%) e con la scuola in special modo per quanto riguarda il rendimento scolastico e il comportamento.

Un problema, quello del confronto, a cui non sfuggono gli insegnanti. Il 73.4% di loro si trova in difficoltà nell’affrontare comportamenti a rischio, demotivazione allo studio, disagio psichico e di apprendimento degli studenti. Percentualmente minori ma significativi i dissidi interni alla scuola e sulla didattica mentre almeno un quinto del corpo docente segnala difficoltà nei rapporti con le famiglie.

“Con le nostre azioni il tentativo è fare in modo che i ragazzi abbiano attorno a loro adulti che siano in grado di sostenerli, in maniera tale che abbiano anche un concetto di salute diverso” si accoda Alberto Urro, referente Promeco Ausl. “L’unione credo sia stata la scelta vincente di questo progetto” ci tiene invece a precisare la dirigente di Servizio Lara Sitti.

Parte integrante di ‘Punto di vista: l’operatore a scuola’ è stata la cooperativa Piccolo Principe, come dicono gli operatori Michele D’Ascanio e Tanja Bettoli: “Il progetto e la relazione con Promeco rispecchiano le nostre mission. La sfida è raccogliere il confronto per definire da che parte muoversi e aiutare gli operatori a tradurre questo per le pratiche quotidiane”.

Un “caso studio” ferrarese per gli studenti del Tennessee

Un gruppo di studenti dell’Università di Nashville, Tennessee (Usa), attraverso l’organizzazione americana no profit e non governativa Ciee (Council on International Educational Exchange), si è recato in visita presso il Cnpia della cooperativa Piccolo Principe, una coop ferrarese in costante crescita nel territorio per i suoi servizi all’avanguardia di diagnostica e riabilitazione di tutti i disturbi dell’età evolutiva.

Il presidente Michele D’Ascanio e il vicepresidente Simone Minichiello, assieme alla responsabile per la formazione e l’aggiornamento del personale Melissa Filippini, hanno illustrato le modalità di lavoro e di erogazione del servizio all’interno di una realtà privata, come la cooperativa sociale Piccolo Principe, che mira alla costruzione del “progetto  individuale”: punto fondamentale del servizio che mette al primo piano la famiglia e l’unicità del bambino, e allo stesso tempo risponde alle regole generali dettate dalle delibere della giunta regionale dell’Emilia Romagna per la disciplina “Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza”.

Il Piccolo Principe è nata nel 2014 e fa parte del sistema Confcooperative Ferrara. Si distingue per servizi accurati ed attenti sia verso le legge vigenti, sia verso il fruitori di questo servizio, e gestisce il Poliambulatorio “Centro Ferrarese di Neuropsichiatria, Neuropsicologia e di Riabilitazione”, centro specialistico di prevenzione, diagnosi, trattamento e riabilitazione a favore di bambini, adolescenti e delle loro famiglie.

Alta partecipazione e interesse da parte degli studenti in visita il 31 maggio. Sono stati affrontati pregi e difetti di un servizio privato e le modalità di lavoro nella rete dei servizi. Il sistema scuola e famiglia come obiettivo per la realizzazione del progetto individuale è stato il focus di maggiore interesse per gli ospiti americani, che sicuramente hanno notato ed apprezzato le differenze tra i sistemi sanitari italiano e americano, in particolare in merito all’organizzazione della ricerca e pratica clinica.

Il Piccolo Principe si candida come struttura sanitaria

Il centro di neuropsichiatria per l’infanzia e per l’adolescenza (Cnpia) della cooperativa sociale “Piccolo Principe” è in procinto di presentare alla Regione Emilia Romagna la domanda per essere accreditato come struttura sanitaria, poliambulatorio specialistico territoriale, in grado di potersi convenzionare con il Ssn per la qualità e la trasparenza delle prestazioni fornite.

E’ la prima struttura sanitaria territoriale del privato sociale che si candida nella Regione per questa disciplina.

Tra i molti requisiti che la Regione richiede viene data importanza alla qualità delle procedure cliniche e all’attenzione per il loro miglioramento con la formazione continua; alla soddisfazione dei pazienti utenti e di chi collabora nella presa in carico, come la scuola e i centri ludici e sportivi che i bambini frequentano; alla trasparenza per quanto riguarda i tempi, le modalità e i costi dei percorsi di cura. In poche parole l’attenzione per tutto ciò che trasforma la qualità dei processi di cura in qualità percepita da chi usufruisce del servizio.

La sede del Cnpia è in via Bologna 306; il centro è attivo da alcuni anni e i pazienti affluiscono da tutta la provincia di Ferrara e dalle province limitrofe, in modo consistente da Rovigo e da Bologna.

Il lavoro tecnico organizzativo per raggiungere i requisiti richiesti è durato circa diciotto mesi e per sua natura proseguirà con un andamento continuo. L’ultima tappa per ora sono stati due seminari, tenuti il 17 febbraio ed il 17 marzo, presso il centro sociale di Pontelagoscuro, organizzato da Irecoop, con il riconoscimento di crediti Ecm, a cui hanno partecipato anche Ruggero Villani di Confcooperative, la referente per la formazione del centro Filippini Melissa e tutti gli operatori, insieme ovviamente al presidente del Cda Michele D’Ascanio.

Ferrara a lezione di metodo analogico intuitivo

La cooperativa Piccolo Principe di Ferrara organizza per oggi, sabato 6 gennaio, una giornata di formazione rivolta ad insegnanti della scuola materna e primaria sul metodo analogico intuitivo a cura centro studi Erickson di Trento.

“Siamo lieti di promuovere proprio a Ferrara, dove ha sede la nostra cooperativa, una giornata di formazione di questo rilievo – interviene il presidente Michele D’Ascanio: il Centro Studi Erickson è una realtà importante nel contesto nazionale per la sua attività editoriale e di formazione e averli oggi a Ferrara e per noi motivo di orgoglio”.

La giornata, che avrà inizio alle 9 presso l’associazione “Il Melo, si aprirà con la presentazione di D’Ascanio (presidente della cooperativa Piccolo Principe e membro del Consiglio Provinciale di Confcooperative) e si rivolgerà a 200 insegnanti iscritti a questo importante evento formativo di rilievo nazionale.

Seguirà la presentazione dell’Associazione Italiana Farfalle di Legnago (VR) da parte della presidente Daniela Mecchi che ha collaborato con Erickson per questa giornata. Seguirà l’intervento di Camillo Bortolato, ideatore del metodo e insegnante di scuola primaria a Treviso.

Il metodo analogico è il modo più naturale di apprendere mediante metafore e analogie, come fanno i bambini che nella loro genialità imparano a giocare, a parlare o usare il computer ancor prima degli adulti. Si può comprendere il senso del calcolo mentale in qualche minuto o imparare le divisioni a due cifre con pochi esempi? Si può imparare a svolgere l’analisi grammaticale evitando di impiegare anni? Si può leggere in un solo giorno e poi decidere di imparare a scrivere bene durante tutto l’anno? Per gli organizzatori dell’incontro la risposta è “sì” grazie al metodo analogico intuitivo, “un modo di apprendere che ciascun bambino applica con successo fuori dalla scuola”. Nel corso viene proposto questo approccio in cui si impara ‘al volo’, per riconoscimento immediato.

Un nuovo direttore sanitario per il Piccolo Principe

Piccolo Principe scs, nasce il 15 aprile del 2014 per volontà di 15 professionisti, uniti dal desiderio di creare un Centro di neuropsichiatria, neuropsicologia e riabilitazione per l’età evolutiva, al servizio della Provincia di Ferrara e di quelle limitrofe. Fra le persone che hanno sognato e contribuito in maniera sostanziale alla realizzazione del Progetto c’è Giovanni Polletta che, oltre ad essere un punto di riferimento per molti componenti del gruppo, ha donato alla cooperativa la propria esperienza, non solo in ambito clinico ma anche formale, ricoprendo due ruoli centrali come quelli del direttore sanitario e del consigliere.

Tali ruoli, in una fase delicata come quella di start-up della cooperativa, assieme alla definizione di tutti i percorsi clinici e le procedure del Centro, si sono mostrati un carico molto importante in termini di responsabilità e di gestione degli aspetti tecnici e relazionali che Giovanni Polletta ha ricoperto in maniera esemplare.

Visto il notevole carico di tali ruoli, dal primo di agosto, il Centro di Neuropsichiatria ha un nuovo direttore sanitario, Micol Busi, audiologa e foniatra.

Busi ha 40 anni è nata e vive a Ferrara, la città dove ha anche svolto tutto il suo percorso di studi: dalla maturità scientifica, al conseguimento della laurea in medicina e chirurgia fino alla specializzazione in audiologia e foniatria nel 2010. Nel 2013 ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Biomediche durante il quale ha sviluppato una studio sullo sviluppo del linguaggio nei bambini affetti da ipoacusia congenita portatori di impianti cocleari. Ha lavorato come dirigente medico presso l’Audiologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara occupandosi di sordità dell’età infantile e adulta e di otovestibologia ( disturbi dell’equilibrio, vertigini e acufeni).

Lavorerà con le equipe multiprofessionali del Centro fornendo un importante contributo nel processo diagnostico, terapeutico e rieducativo delle patologie dell’età evolutiva. L’audiologo – foniatra è il medico esperto e di riferimento, per i disturbi della parola (disartrie e disfluenze verbali), del linguaggio (afasie nell’adulto e disturbi linguistici in età evolutiva), dell’udito (sordità congenite e acquisite) della voce (disfonie) e della deglutizione (deglutizioni deviate e disfagie).

“Intraprendere questa nuova collaborazione – afferma Busi – è una stimolante occasione per arricchire l’offerta del poliambulatorio con le mie esperienze e competenze. Credo fortemente nel coinvolgimento diretto dei professionisti che appartengono a questo gruppo di lavoro e nella responsabilizzazione di tutti rispetto alle scelte che si intraprendono. A maggior ragione in un momento assai complesso per la sanità che richiederà anche nella nostra provincia scelte innovative che permettano di mantenere un’ offerta adeguata ai bisogni dei nostri cittadini. Forte coesione interna, competenza e crescita professionale dovrebbero essere gli elementi a sostegno di tutte le iniziative che ci vedranno impegnati nei prossimi anni”.

Musica come forma di comunicazione nell’autismo

Oggi, giovedì 2 aprile, è la VIII giornata mondiale di consapevolezza sull’autismo. A Ferrara le iniziative per informare e sensibilizzare la cittadinanza si terranno nel pomeriggio di sabato 4 aprile in piazza Savonarola, ma sono tanti altri i progetti messi in campo per aiutare le famiglie e i bambini ad affrontare questa patologia, ancora troppo poco conosciuta e considerata.

Sabato 21 marzo ha preso inizio una ricerca sperimentale sulla possibilità che bambini con disturbi dello spettro autistico possano utilizzare la musica come forma di comunicazione alternativa al linguaggio verbale. La ricerca bibliografica sull’argomento sintetizza cosi il problema scientifico: “considerata la difficoltà di questi bambini ad esprimere verbalmente le emozioni, come potrebbe esser loro utile la musica?”.

Si tratta dunque di verificare e di documentare, su un campione limitato di bambini, se significati veicolati dalla musica, piuttosto che dal linguaggio verbale una volta riconosciuti ed appresi, possano essere usati come contenuti delle loro intenzioni comunicative.

La ricerca sostenuta dalla cooperativa “Piccolo Principe” con il contributo dei Lions Ferrara Host e patrocinata dall’associazione “Dalla Terra alla Luna” viene condotta da docenti ed esperti nel campo musicale (docenti Giuseppe Bonamico e Roberta Bonini) e monitorata da clinici esperti nella diagnosi e terapia dell’Autismo Infantile (Maurizia Borini, Simone Minichiello e Giovanni Polletta.

‘Piccolo Principe’ pioniera della neuropsichiatria infantile

di Silvia Franzoni

C’è una porta a vetri, al civico 306 di via Bologna, e se ci si avvicina un poco si scorgono quadri vivaci alle pareti bianche e poi, se si varca la soglia, ci si accorge dei tulipani rossi e gialli che accompagnano gli scalini e, al piano superiore, dei triangoli colorati ad indicare le varie sale che si aprono sul corridoio: la sede della Cooperativa Sociale ‘Piccolo Principe’, si potrebbe dire, è un allegro e puntuale accostamento di tinte calde. È all’interno di questi spazi che si organizza il Poliambulatorio Cnpi (Centro ferrarese di neuropsichiatria, neuropsicologia e di riabilitazione dell’età evolutiva), un centro specialistico che si pone come “una struttura sanitaria che è ulteriore interlocutore – lo presenta l’assessore Chiara Sapigni – delle istituzioni in una logica che si allontani dalla sola contrattualizzazione ma sia di reazione congiunta ai costanti cambiamenti del welfare”. L’apertura costante, e al territorio e alle istituzioni, è infatti una delle caratteristiche attraverso le quali Michele D’Ascanio, presidente della cooperativa, presenta ‘Piccolo Principe’, una realtà “viva e attenta – spiega D’Ascanio – che cerca il dialogo con le scuole, si pone in continuo aggiornamento, parte sempre dall’esigenza delle famiglie e cerca la collaborazioni con il mondo associazionistico, tanto che al momento è sede della Associazione italiana disprassia età evolutiva (Aidee)”.

Nata ad aprile del 2014 e attiva da ottobre scorso, la cooperativa si è presentata alla città in una conferenza stampa dai toni informali: non hanno infatti certo nascosto l’entusiasmo i 16 soci e i 4 collaboratori (tre quarti dei 20 professionisti sono donne) nell’affermare di essere “l’unica cooperativa esistente in Emilia Romagna – specifica il direttore sanitario Giovanni Polletta – ad occuparsi di neuropsichiatria infantile”. E nelle lodi e negli applausi non si risparmiano neppure il presidente ed il direttore di Confcoperativa, Roberto Crosara e Ruggero Villani, soddisfatti che “il gruppo di tecnici e specialisti abbia scelto – spiegano – di organizzarsi attraverso la forma societaria cooperativa”.

Pioniere del settore, ‘Piccolo Principe’ ha già in carico oltre 450 bambini ed opera sul territorio provinciale ferrarese, a Rovigo, Mantova, Modena e Bologna offrendo “professionalità ed esperienza clinica, la possibilità di scelta del professionista – continua Polletta – la certezza di accedere al poliambulatorio entro 15 giorni e la trasparenza dei costi entro i limiti tabellari, fascia bassa, stabiliti dagli Ordini Professionali”. In concreto, l’iter per avvicinarsi al poliambulatorio prende avvio, poiché si tratta di minori, sempre dal genitore che, raccolta la preoccupazione della scuola o del pediatra di base, ma anche autonomamente, si indirizza ai servizi offerti dal poliambulatorio, nel quale si attua “un approccio multidisciplinare – precisa Michele D’Ascanio – che coinvolge l’intera equipe di professionisti e poi, a seconda del bisogno, si declina nei vari trattamenti riabilitativi”: dalla psicoterapia, alla logopedia alla neuropsicomotricità, tutti rintracciabili sul sito web www.www.piccoloprincipecoop.it.

La conferenza stampa si esaurisce presto nei sorrisi mentre il corridoio si riempie per il rinfresco organizzato per l’occasione: è il direttore sanitario Giovanni Polletta a concludere la relazione di ‘battesimo’ del poliambulatorio sottolineando, in riferimento ai loghi che si accompagnano alla cooperativa, l’importanza della “famiglia, in tutte le sue declinazioni – evidenzia – come centro di ogni percorso umano e professionale, di crescita e di autonomia”.

Il “Piccolo Principe” a sostegno della sanità

“Lo scopo dell’evento di sabato non è certo quello di pubblicizzare la nostra cooperativa sociale “Piccolo Principe”, ma piuttosto quella di farla davvero conoscere come servizio alla cittadinanza”. Ne parla così, in modo semplice ed efficace, il presidente Michele D’Ascanio che presenterà insieme ai colleghi – sabato 21 febbraio alle 11 presso la sede di via Bologna 306 – gli obiettivi e la struttura di questa importante realtà, alla presenza anche di amministratori locali insieme a coloro che vorranno conoscere da vicino il lavoro clinico di questo gruppo di psicologi, logopedisti, neuropsichiatri per l’infanzia, educatori professionali e sanitari, neuro psicomotricisti e psicomotricisti.

La cooperativa si è costituita il 15 aprile come cooperativa sociale con l’obiettivo di lavorare in ambito sanitario ed educativo. La cooperativa gestisce il Centro Ferrarese di Neuropsichiatria e Neuropsicologia dell’età evolutiva (Cnpi) il Centro Ferrarese di Neuropsichiatria che, come struttura sanitaria autorizzata, lavora ufficialmente da ottobre 2014 anche se il gruppo di lavoro che lo compone, collabora ormai da 10 anni. I professionisti che hanno fondato la cooperativa sono 15, ad oggi il gruppo di lavoro si compone già di 20 persone, ed i bambini seguiti dal centro sono circa 450.

“Il tipo di approccio è quello multidisciplinare e trova la sua massima espressione nel lavoro d’equipe, in cui possono essere coinvolte le molteplici professionalità – continua con una punta d’orgoglio D’Ascanio – e tutti i percorsi diagnostici e terapeutici seguono linee guida e protocolli internazionali riconosciuti dall’istituto Superiore di Sanità”.

“Il Piccolo Principe” è associato a Confcooperative Ferrara, sabato all’inaugurazione ufficiale saranno presenti il presidente Roberto Crosara e il direttore Ruggero Villani secondo i quali “è una realtà importante, una cooperativa che esprime con il lavoro di gruppo, la condivisione di un progetto e le alte competenze, i valori veri della cooperazione”.

Il poliambulatorio si rivolge alle famiglie, ai genitori, agli adolescenti che hanno bisogno di cura ed assistenza psicologica e/o neuropsichiatrica. Il Cnpi è aperto ad ogni tipo di collaborazione con associazioni del territorio e istituzioni. Al momento è sede dell’Aidee – associazione Italiana Disprassia Età Evolutiva.